E’ pensando ai suoi aforismi “Sono vivo e questo è sempre il punto di
partenza ad ogni età” e “Non mi piacciono le persone fragili. Come vetro si
spaccano, e i frammenti tagliano”. Ovvero a quelle intriganti massime che
esprimono in forma sintetica tutto il pensiero morale ed il sapere pratico della
scrittrice Barbara Goti, che si può fare la conoscenza con i personaggi del suo
libro “Il tempo è un’invenzione”. Edito da “Homo Scrivens” per la collana “La
stanza dello scrittore”, il lavoro dell’apprezzata narratrice livornese propone
diciassette storie, raccontate in prima persona. Diciassette momenti di vita che
partendo dal delicato e complesso adattamento di una adolescente ed
attraversando a livello introspettivo tutte le età dell’esistenza umana,
giungono alla matura consapevolezza della terza età. E così infondendo
nell’animo del lettore una sorta di sensazione d’attesa capace di pervadere ogni
cosa pur rimanendo sospesa in una dimensione avulsa dal tempo, il libro della
Goti s’inoltra nella conoscenza di diciassette bozzetti di vita ognuno dei quali
si pone in modo diverso nei confronti della realtà. Contemplando tutti i temi
della concretezza, dell’ effettività, della materialità, della tangibilità e
della verità umana, le realtà espresse dalla autrice risultano spesso difficili,
pur mantenendo per il modo con cui sono narrate un andamento dal forte impatto
emozionale. Perfettamente in equilibrio tra lo scanzonato e l’ irriverente ed
ancora, tra lo spassoso ed il doloroso, “Il tempo è un’invenzione” trasmette a
chi legge un incontenibile impulso di curiosità riferito a quegli stessi
personaggi che popolano le pagine e che risultano da subito da analizzare, da
amare oppure odiare. In barba alla superstizione, i diciassette personaggi dalle
diverse età, sesso e condizioni sociali che compongono le altrettante storie del
libro, finiscono per trasformarsi in vari esempi di drammi umani, i quali,
tendono ad esemplificare l'evoluzione dell'uomo sulla terra. Partendo dalle
parole di Sigmund Freud "C'è una storia dietro ogni persona. C'è una ragione per
cui loro sono quel che sono. Loro non sono così perché lo vogliono. Qualcosa nel
passato li ha resi tali…", Barbara Goti, dalla quindicenne di nome Melania,
dapprima obesa e poi anoressica, protagonista della prima storia, al vecchio
hippy innamorato della vita, della musica e dell'energia, artefice dell’ultimo
racconto, offre un libro ricco di suggestioni e sfumature umane sempre animato
da una sottile ironia dai tratti amari. Carico di compassione e di disperata
ricerca d’identità, “Il tempo è un’invenzione” riesce ad infondere nel lettore,
una lunga serie di emozioni psicologiche e sensoriali tracciando il doloroso
percorso di chi sembra rincorrere la via della redenzione e di una pace
interiore capace di guarire la propria anima squarciata. Lasciando trasparire da
personaggi come Piddu il ritardato; Caterina l’amante; Dario l’artista; Gerardo
il tossicodipendente e Margherita la cinquantottenne desiderosa di vita, tutta
l’umanità ed il patimento di chi perseguitato dalle sventure terrene e fisiche
implora una via di scampo, il libro riesce a portare abilmente tra le sue pagine
tutte le sfumature di chi cela dietro le apparenze un continuo e devastante
martirio interiore. Perfetto quadro di tragedie sospese sull’antico contrasto
tra la purezza e la corruzione, l’ umanità e l’ egoismo, la vita e la morte, “Il
tempo è un’invenzione”, ha la valenza di un testo che, a proposito ancora
dell’autrice, conferma la profondità e la bellezza di un forma di scrittura
colta e pregna di significati in grado poco alla volta di illuminare le oscurità
di esistenze dalle inconfessabili verità. Come prede di crudeli giochi del
destino, i sofferenti e misteriosi personaggi immaginati dalla Goti, partendo
dal loro disperato bisogno d’amore danno forma ad una narrazione satirica e
surreale, struggente e delirante che travolge la mente di chi nel leggere
osserva il calvario ed il sacrificio di esseri spaccati a metà tra corpo e
anima.
Francesca Giorgio
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