venerdì 18 luglio 2014

Claudio Calveri tra inverosimile e credibile con il suo libro "La città distratta" per la Homo Scrivens

Frutto dell’estro e dell’intrigante immaginazione dello scrittore e cultural planner Claudio Calveri, il romanzo “La città distratta”, edito da Homo Scrivens per la collana “Dieci”, porta nuovamente in primo piano la prolifica penna del vincitore del Premio Troisi per la scrittura umoristica e di altri premi letterari, autore stavolta di un’avvincente storia  tutta imperniata sulla scelta originale ed anticonformista di un ispettore di polizia chiamato Angelo De Marinis. Lo stesso che, dopo la difficile decisione di emigrare nel nome della carriera,  pensa di fare ritorno nella città natale, dalla quale, invece, tutti intendono disperatamente fuggire. Una volta ritornato in quegli stessi ambienti a lui familiari, De Marinis, tuttavia, si ritrova subito proiettato nell’indagine per l’ omicidio di un ambiguo e malfidato personaggio della malavita conosciuto negli ambienti con il soprannome di “Rattuso”, ammazzato  misteriosamente nel porto di Napoli. E così, dopo aver pubblicato per Comix e altri editori libri di narrativa e saggistica e dopo aver curato il progetto editoriale Le città visibili”, con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana “Unesco” promuovendo la candidatura di Napoli a Città della Letteratura “Unesco”, il napoletano Claudio Calveri, con il suo racconto, aggirandosi alla sua maniera nella città dei “segreti di Pulcinella” offre vita ad un giallo-non giallo nel quale l’enigma in cerca di soluzione non è come normalmente si possa aspettare relativo al nome del colpevole, bensì inerente a quel segreto sconcio ed impronunciabile di una famiglia allargata in maniera ben lontana dalle convenzioni e dagli schemi della cosiddetta società civile. Grazie alle vicissitudini di un prete omosessuale, un falso professore, un marinaio russo, una nave fantasma, un’avvenente collaboratrice familiare polacca e tanti altri personaggi ai confini della normalità e del giusto, tutti impegnati nel celare le propria verità a polizia e criminali, ne “La città distratta”  a prendere corpo è la narrazione di “ChiarOscuro” uno scrittore mulatto, apprendista pizzaiuolo, attraverso la quale tutto l’assurdo e l’inverosimile sembra confondersi con il credibile e l’attendibile. Per i lettori “una storia dedicata a tutti quelli che, quotidianamente, combattono contro il Meglio, acerrimo nemico del Bene” ed un modo per osservare, attraverso le schegge di uno specchio rotto dal destino, le terrene peripezie di soggetti ottenebrati dall’enigma di occulte personalità, inconsapevoli artefici di  un  quadro di vita, ambiguo, desolato, insanguinato e beffardo.
Francesca Giorgio






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