di
Giuseppe Giorgio
Emozioni sensoriali quelle scaturite dal nuovo libro
di Rosi Padovani. Sensazioni fatte di antichi sapori ed intimistici ricordi
familiari che con il titolo di “Basilico a Natale” conducono il lettore in un
mondo ovattato dove tutto sembra più buono e genuino. E così, grazie alla sua
prima piccola opera letteraria, colei che ha portato con i suoi testi “La
genovese”, “La parmigiana di melanzane”, “Ragu” e “Sartù”, il “Teatro in cucina”,
raccontando ed unendo in forma drammaturgica, ricordi, sentimenti, passioni e
piaceri per il palato, riesce agevolmente a tradurre i sapori in qualcosa
capace di contribuire a rendere la vita
valevole di essere vissuta. In un’epoca
di cinismo, dove tutto è fagocitato nel nome del consumismo, la voglia di
emozionarsi ed emozionare dell’autrice Padovani, si trasforma in una benefica
terapia per il corpo e per l’anima. Utilizzando la buona cucina come uno
strumento capace di evocare tutti quegli stati d’animo che passando per la
bocca si fissano nella mente per l’intera esistenza, l’artefice del delizioso
libro pubblicato dalla Giammarino Editore con la prefazione di Roberto Azzurro,
riesce piacevolmente ad associare alcune delle più tipiche specialità culinarie
partenopee con dei flash back di vita vissuta fatti di tradizioni, intimità
materne, calori familiari ed antichi momenti conviviali dove il mangiare si tramuta nella celebrazione di un
rito. Pur non cadendo nella trappola dell’autocelebrazione, con quella che può
essere definita come una sorta di autobiografia dell’anima scandita dai profumi
ed i sapori di una vita, Padovani,
attivando tutti i suoi cinque sensi, tramuta le ricette di famiglia in
magiche pozioni di benessere interiore. Ecco allora che il ricordo di una
frittura di alici mangiata di nascosto dai parenti che avrebbero, invece, dovuto
sostenerla durante il travaglio del suo primo parto e quello di una parmigiana
di melanzane sostituita alla torta per il primo anniversario di matrimonio, per
l’autrice di “Basilico a Natale” diventano sinonimo di una vita fatta di luce e
di gioia. Il grande attore fiorentino Paolo Poli ha affermato: “credevo che questo fosse il secolo del sesso,
invece è il secolo della cucina…”. Ebbene, è proprio confermando
questa autorevole citazione che con il suo libro, la napoletana novelliera del
gusto, induce il lettore più attento a pensare al
filosofo e critico della religione tedesco, Ludwig Feuerbach. Avallando con
parole incantatrici ed una forma espressiva lineare e schietta la
teoria del sensualismo, intesa come risoluzione
compiuta di una teologia capace di superare ogni divisione
tra uomo e mondo, corpo e spirito, Rosi Padovani, con dei lievi e delicati
ricordi animati dall’affetto, dall’unione familiare, nonchè dal fattore cucina,
raggiunge con semplicità estrema degli altissimi apici di contenuto. Considerando
che passione, amore, fame, rappresentano senza ombra di dubbio l’esistenza
di qualcosa, “Basilico a Natale” raccoglie l’essenza del vero principio
della vita e del pensiero umano. Parlando ancora di Feuerbach, quindi e dell’uomo
che è ciò che mangia ed ancora, dissertando sul concetto secondo il
quale per pensare meglio dobbiamo alimentarci meglio, si potrebbe
addirittura paragonare l’elegante libro deliziosamente illustrato dall’artista Lello
Esposito, ad un piccolo breviario vita serena, dove, l’apparentemente
allegro filosofare così vicino alle linee hegeliane diventa missione
per un’esistenza migliore .
*Pubblicato sul quotidiano Roma del 2 dicembre 2012
Nessun commento:
Posta un commento